CANTO XXIII
Tempo: Mezzogiorno di martedì 29 marzo 1300.
Luogo: Il Canto XXIII e' ambientato nella sesta cornice. Su questa si trovano due strani alberi a forma di abete rovesciato, che possiedono frutti dolci e profumati. Dalla parete di roccia sgorga un'acqua limpida. Entrambe le cose sono irraggiungibili dai penitenti, rendendoli molto magri.
RIASSUNTO
Sulla cornice della Gola, Dante, Virgilio e Stazio camminano e discutono di temi poetici quando sentono un canto doloroso. Dante, sorpreso, chiede se sono i penitenti a cantare. Successivamente, giunge un gruppo di penitenti, tanto magri da avere la pelle quasi incollata alle ossa. Dante li osserva, riflettendo su esempi di estrema magrezza come il mito di Erisittone e il dramma dei cittadini assediati a Gerusalemme.
In mezzo a questo, un penitente, riconosciuto come Forese Donati dalla voce, chiede a Dante il motivo della sua presenza nel Purgatorio e chi siano le due ombre che lo accompagnano.
Dante, a sua volta, sorpreso da una domanda così diretta, si chiede cosa causi la tanta magrezza delle anime su quella cornice. Forese spiega che la fame e la sete sono generate dal profumo dei frutti degli alberi e dall'acqua che li bagna, mentre le anime sono attratte da questi elementi in una sorta di rinuncia gioiosa.
Passando alla rapida ascesa di Forese alla cornice della Gola, Dante chiede come sia possibile saltare l'antipurgatorio e arrivare così in fretta dov'è lui ora. La risposta di Forese indica che la velocità dell'ascesa è stata facilitata dalle preghiere costanti della moglie, questa donna virtuosa, in netto contrasto con le donne dissolute di Firenze, ha permesso a Forese di salire fino alla cornice della Gola molto più in fretta, proprio perché le preghiere di Nella, amata da Dio, hanno più effetto.
Dante, affascinato dalla storia di Forese, cerca di capire meglio la sua situazione. Tuttavia, la discussione si interrompe prima che Dante possa esplorare ulteriormente questo tema.
Il canto si conclude con una profezia di Forese Donati sulle donne fiorentine, infatti secondo Forese le donne fiorentine non sono ancora a conoscenza di quello che accadrà, e che se lo fossero, già da quel momento sarebbero tristi e urlerebbero dal dolore. Infine Dante spiega a Forese chi siano le sue due guide che l'hanno accompagnato in questo periodo, cioè Virgilio e Stazio.